Testo completo
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Adagiato tra le dolci alture dell’Alta Irpinia, Lioni è un paese che unisce storia antica, identità rurale e spirito contemporaneo. Sviluppatosi lungo il percorso della storica Via Appia, fu per secoli un crocevia di passaggi e culture, immerso in una terra forte e generosa. Con i suoi circa 6.155 abitanti e i 550 metri di altitudine, Lioni domina un paesaggio fatto di colline verdi, campi coltivati e costruzioni rurali, che raccontano la profonda connessione tra uomo e natura.
Il suo toponimo affascina e incuriosisce: si ritiene che derivi da antichi monumenti decorati con figure di leoni, emblema ancora oggi visibile nel leone in pietra posto davanti al municipio. Nei documenti medievali, infatti, Lioni viene spesso citato come casale Leonum o de Leonibus – “il casale dei leoni”. Gli abitanti, i lionesi, custodiscono con orgoglio una lunga tradizione, sotto la protezione del patrono San Rocco, a cui sono profondamente devoti.
La storia di Lioni affonda le radici nel Medioevo, documentata tra il 1289 e il 1306, quando il suo territorio faceva parte del feudo di Oppido. Dopo la decadenza di quest’ultimo, Lioni passò sotto il dominio di importanti casate nobiliari: i Balvano, i Gianvilla, i Caracciolo e gli Imperiale, lasciando tracce nella struttura sociale ed economica del borgo.
Ma la vita di questa comunità è stata spesso segnata da eventi tragici. Calamità naturali e pestilenze hanno più volte messo alla prova la forza del paese, fino ad arrivare al dramma più recente: il terremoto del 23 novembre 1980. Lioni fu duramente colpita, con 228 vittime e il centro abitato in gran parte distrutto. Da quella ferita nacque però un impegno civile straordinario, che ha reso possibile la ricostruzione materiale e, soprattutto, quella morale e culturale del paese.
Oggi, Lioni si presenta come un centro vivo, capace di reinventarsi e guardare al futuro senza dimenticare il passato. Un ruolo fondamentale in questo percorso lo ha avuto la street art: negli ultimi anni, il borgo si è trasformato in un vero e proprio museo a cielo aperto. Decine di murales colorano le facciate degli edifici, raccontando storie, simboli e visioni legate al territorio. Non si tratta solo di arte decorativa, ma di un linguaggio identitario, che unisce i cittadini in un racconto collettivo fatto di resilienza, poesia e orgoglio.
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